sabato, marzo 29, 2014

La Grande Bellezza: molto brutto







LA GRANDE BELLEZZA: MOLTO BRUTTO
di Giovanna Jacob










Più che un film, un video-clip di due ore. Tanto pretenzioso quanto vacuo e mediocre. La grande bellezza di Paolo Sorrentino, fresco premio Oscar, sembra una di quelle pellicole pensate a tavolino per mietere premi al di fuori dell’Italia, specialmente dalle parti di Hollywood. C’è infatti tutto quello che serve per piacere al pubblico e alla critica internazionale, specialmente alla critica liberal statunitense: uno stile manieristico ed eclettico che assorbe spunti da Federico Fellini e da Terrence Malick, la caricatura dell’Italia e, immancabile, quella acida e becera del cattolicesimo, che fa sempre “cinema d’autore”

Sorrentino non si dimentica mai di mettere nei suoi film i luoghi comuni folkloristici sull’Italia che tanto piacciono al pubblico cui cerca disperatamente di piacere. Nel Divo (Ita/Fra, Colore, 110’, 2008) Sorrentino rappresenta l’Italia così come se la immaginano gli stranieri, specialmente dopo lo scandalo del bunga bunga: marcia, corrotta, mafiosa e governata da mafiosi. Mancava solo la pizza e il mandolino. E l’anticlericalismo vuoto di La grande bellezza è esattamente un luogo comune sull’Italia, che per gli anglosassoni è
una nazione marcia, corrotta e mafiosa a causa del cattolicesimo.
I personaggi del cardinal Bellucci (interpretato da Roberto Herlitzka), della “santa” (interpretata da Giusi Merli) e l’assistente della santa (interpretato da Dario Cantarelli) sono peggio che imbarazzanti.
Il cardinale Bellucci sembra meno interessato a Dio e al diavolo che all’alta cucina. Egli si interessa in particolare alla cottura delle carni, che è una allusione facile, alla portata degli spettatori meno avveduti, ai “piaceri della carne”. E a proposito di piaceri della carne, la scena in cui una suora di clausura, nel corso di un incontro con la santa, lancia un sorriso smagliante ad un bel giovane di colore, membro della delegazione di una tribù africana, ha la stessa intensità satirica di una barzelletta che non fa ridere.
Il messaggio è chiaro e gradito al pubblico internazionale ex protestante, specialmente anglosassone, cui Sorrentino cerca disperatamente di piacere: i religiosi sono dei repressi nevrotici. Quando Gambardella domanda al cardinale: «Eminenza, è vero che lei da giovane faceva l’esorcista?», il volto del cardinale sprofonda in un chiaroscuro tenebroso. Il messaggio è chiaro e gradito al pubblico di cui sopra: vero diavolo è chi fa credere al popolo che il diavolo esiste. Fanno pendant al vescovo-cuoco le tante figure di religiosi, e specialmente religiose, che vedi aggirarsi per la Roma di Sorrentino con sguardi derisori e infidi. Il messaggio è chiaro e gradito eccetera: la religione organizzata è un inganno.

Quando appare
la “santa”, una sorta di caricatura di madre Teresa di Calcutta, il film sprofonda nella farsa. Il suo volto è devastato da una infinità di rughe, la sua bocca si apre solo per mostrare gengive quasi completamente nude, dai suoi occhi trasuda una demenza senile ad uno stadio molto avanzato.D’altra parte, la giovane suora che guarda alla santa con mistico e sofferto entusiasmo, sgranando occhi cerchiati per troppe veglie di preghiera, non appare tanto più lucida. Il messaggio è chiaro e gradito eccetera: per avere fede, speranza e carità bisogna essere irrazionali.



  




mercoledì, marzo 05, 2014

La Grande Bellezza: molto bello





LA GRANDE BELLEZZA: MOLTO BELLO
di Liliana Viganò







Liliana Viganò

 

















Il film mostra un affresco di una Roma splendida e decadente ma pulsante di vita e di un fascino opulento pieno di marmi, ponti, fontane. 

Su questo sfondo si delinea la figura di un dandy raffinato ed elegante che regna sui salotti romani fino all’alba in un vortice di musica e spensieratezza; ma proprio in queste prime ore del mattino, silenziose e deserte, si ritrova profondamente solo, consapevole del vuoto della sua vita scintillante. 

Questa assenza di significato lo spinge a riflettere e a ricordare i momenti di passione vissuti con il suo primo amore; così, nelle stesse ore mattutine che l’hanno visto disperatamente solo, riprende a vivere e a credere in se stesso. 

Bellissimo, raffinato e suggestivo

martedì, marzo 04, 2014

Arte in Italia: non è priorità





Arte in Italia: non è priorità
di Bruno Oriani








Bruno Oriani



Non credo che l’italiano medio abbia la cultura necessaria per apprezzare le opere d’arte; il livello di istruzione è basso e manca l’interesse verso la storia e la cultura in generale. 
Viviamo in un Paese basato sulle raccomandazioni e sui clientelismi che ne intralciano lo sviluppo. 
Per esempio: perché l'Italia non ha usufruito dei fondi messi a disposizione dall’Unione Europea per salvare Pompei? Perché si aspetta che i monumenti di Roma vadano in pezzi per iniziare i restauri? E ancora: molti sono informatissimi sui partecipanti a “Il grande fratello” ma quanti conoscono i musei della loro città? Una volta ho chiesto a due signore di Marostica come mai nella loro città ci fossero due castelli e non hanno saputo rispondermi.

Aggiungo che secondo me non conviene concentrarsi su una sola risorsa perché è difficile che un solo settore garantisca la sopravvivenza e la crescita di una nazione; un esempio è la Grecia che si è sempre basata solo sul turismo. 

D’altra parte, il nostro è un Paese che invecchia e che richiede servizi dedicati agli anziani; questo secondo me è l’investimento prioritario. Certo, un Paese ricco può permettersi di potenziare il campo artistico una volta soddisfatti i bisogni primari.  Ma è un investimento complementare, non prioritario.



Arte in Italia: irrinunciabile, insieme al wellfare





Arte in Italia: irrinunciabile,  insieme al wellfare
di Giulio Gallera








Giulio Gallera












Penso che la cultura e l'arte siano tra le nostre prime eccellenze, insieme al turismo e all'agroalimentare e l'Italia deve puntare molto su questi settori anche in termini di investimento di risorse pubbliche.
Da pubblico amministratore ho sempre ritenuto importante supportare l'arte e la cultura e quando ne ho avuto le possibilita' l'ho fatto concretamente. Inoltre per alcuni anni sono stato membro del direttivo della Permanente e dal giugno scorso ne sono Presidente; la Societa' per le Belle Arti ed Esposizione Permanente e' un ente morale fondato nel 1886 che si occupa di promuovere e valorizzare le arti figurative. 
Anche grazie a questa esperienza ho accresciuto e rafforzato la mia consapevolezza sulla necessita' di investire nella cultura. 
Chiaramente in momenti di grandi difficolta' economiche per i cittadini, per il paese e anche per gli enti locali e' difficile tenere insieme le esigenze di sostenere il wellfare cioe' il sostegno di coloro che vivono un momento di difficolta' economica e sociale, con il sostegno ad altre attivita' come quelle culturali. 
Le cultura puo' e deve essere sostenuta anche attraverso il contributo dei privati e le sponsorizzazione, tuttavia penso sia un gravissimo errore considerarla un'attivita' voluttuaria, accessoria e per questo sacrificabile.

lunedì, marzo 03, 2014

Arte in Italia: priorità assoluta





Arte in Italia: priorità assoluta
di Lorena Bosotti








Lorena Bosotti



In un paese come il nostro, con una popolazione come la nostra, perchè facciamo di tutto per perdere, dimenticare, distruggere le nostre ricchezze? Perchè proprio in questo periodo di crisi, non riusciamo ad armarci di buona volontà e far rinascere l'Italia dai propri tesori ?
Non è un discorso puramente economico, dovremmo dimenticare il luogo comune: l’arte non paga. Frase scontata e troppo utilizzata. A mio avviso, un paese, una città che non è in grado di valorizzare l’arte partendo da attività semplici ma concrete, inevitabilmente, pagherà il prezzo della perdita della propria identità, della propria cultura, fondamento necessario per costruire il futuro.
Questi tesori sono il nostro patrimonio. Se si cominciasse ad istruire i bambini e poi gli adulti, se li si educasse a scoprire l'arte, a conoscere l’arte, a vedere l'arte anche nelle piccole cose, si risveglierebbe una sensibilità che aiuta a non distruggere, ma a creare. ... una coscienza civile sulla quale bisogna scommettere.
All’atto pratico, poi, una riconversione dei fondi statali è un nodo da sciogliere indiscutibile: ristrutturare, mantenere e gestire queste bellezze, in modo equo, senza dispersioni di ogni sorta, con un bilancio trasparente: ci sarebbero meno disoccupati, più visitatori, più introiti per lo stato.
Se invece di lasciare gratis le visite per alcune fasce di cittadini in molte città antiche, soprattutto del sud (Noto-Siracusa per esempio) , considerato che i pensionati (italiani e soprattutto di altri paesi europei) sono ancora una delle poche categorie che percepisce un reddito certo, perchè non ridurre il prezzo d’ingresso e far pagare tutti indistintamente? in questo modo anche i giovani, i precari, gli studenti potrebbero visitare musei e palazzi, ai più ancora sconosciuti!
E’ una catena produttiva generata dalla coesione sociale che si alimenta a vicenda, un nesso imprescindibile necessario per arricchirci interiormente, a prescindere dall'aspetto economico.



domenica, marzo 02, 2014

Musica: rischio "disvalori"






Musica: rischio "disvalori"
di Andrea Annunziata








Andrea Annunziata
















Dall'interrogazione Parlamentare a risposta scritta presentata il 16/11/2004
La musica influenza notevolmente i ragazzi, quindi cio' che i cantanti dicono conta; purtroppo, molti testi musicali affermano apertamente dei «disvalori» con effetti imprevedibili sui comportamenti giovanili. 
Milioni di giovani ascoltano per ore questi testi, li cantano e li memorizzano subendo, a loro insaputa, un lavaggio del cervello
Per rafforzare questi messaggi i loro autori, grazie anche alla collaborazione, volente o nolente, dei mass media , vengono presentati come dei campioni di liberta', di successo e di denaro. Poco o nulla si dice pero' riguardo alla schiavitu' della droga, dell'alcool di certi cantanti e alle loro fragili situazioni personali, di depressione e di tentativi di suicidio. 
Essenziale, per certe strategie occulte, e' creare dei «miti» artefatti; in conseguenza di tutto questo e dell'appiattimento culturale e della omologazione imposta da molti modelli audiovisivi, nonche' della ridotta capacita' critica dei minori alla valutazione dei messaggi mediatici, le possibilita' di crescita culturale, civile ed etica delle nuove generazioni e' fortemente penalizzata; le potenzialita' e i rischi della comunicazione investono le nuove generazioni in modo molto piu' intenso e piu' precocemente rispetto a qualunque altra delle generazioni precedenti; la globalizzazione della comunicazione e lo sviluppo delle nuove tecnologie informatiche multimediali, satellitari e via cavo richiedono uno sforzo congiunto a livello europeo per garantire adeguati metodi di prevenzione e vigilanza -: se quanto riferito dall'interrogante risulta ai ministri in indirizzo e in caso affermativo come valutino, alla luce delle considerazioni esposte, la libera diffusione nel nostro Paese del prodotto musicale sopra indicato; quali eventuali iniziative, anche di natura normativa, intendano adottare, per evitare che in futuro venga autorizzata la diffusione sul mercato nazionale di produzioni musicali e non i cui contenuti istigano alla violenza, all'odio, al razzismo, finanche al suicidio. 

In particolare, se non ritengano urgente ed opportuno adottare iniziative volte a: 

a) tutelare i minori nei vari settori della comunicazione nel rispetto della liberta' di espressione sancita dall'articolo 21 della Costituzione; 

b) prevedere, affinche' tale tutela sia completa, l'armonizzazione delle azioni di prevenzione e di tutela in tutte le diverse fasi di produzione, distribuzione e fruizione dei prodotti audiovisivi, multimediali e informatici di ogni specie; 

c) attivarsi affinche' sia prevista l'istituzione presso il Consiglio nazionale degli utenti o l'Autorita' del 
Garante per le comunicazioni, di un Osservatorio per la classificazione delle opere specificamente rivolte ai minori o adatte alla fruizione dell'infanzia o della adolescenza ovvero a quella familiare, formato da esperti designati dalle associazioni dei genitori e degli educatori, dotando lo stesso degli strumenti operativi necessari; 

d) effettuare campagne di sensibilizzazione ed educative, anche televisive, a cura della Presidenza del Consiglio dei ministri, delle istituzioni scolastiche e del Consiglio nazionale degli utenti, rivolte ai minori, agli educatori, ai genitori e agli operatori televisivi, finalizzate all'educazione ai linguaggi mediatici, alla crescita delle capacita' critiche e all'utilizzazione intelligente e responsabile dei mezzi audiovisivi e multimediali, nonche' volte a promuovere un uso creativo ed alternativo del tempo libero; 

e) relazionare annualmente al Parlamento sull'attuazione della normativa vigente in materia di tutela della dignita' e dell'armonico sviluppo fisico, psichico e morale dei minori e sul rispetto delle vigenti disposizioni di legge da parte dei concessionari, licenziatari e soggetti autorizzati alla diffusione di trasmissioni radiotelevisive, audiovisivi, e alla diffusione via internet.

sabato, marzo 01, 2014

Musica: la mia vita






Musica: la mia vita
di Carolina Zarrilli



Carolina Zarrilli














La mattina appena mi sveglio la prima cosa che faccio è accendere lo stereo, appena esco di casa, mi infilo le cuffie, appena esco da scuola, faccio lo stesso per tutto il percorso, a casa riaccendo lo stereo fino a quando non vado a letto

Molti adulti mi fanno notare costantemente che sono sempre chiusa nella mia musica. mi dicono che in questo modo non mi apro, non vedo la realtà esterna, semplicemente mi isolo dal mondo. Ovviamente raccontano che alla loro età per strada si potevano conoscere anche i futuri mariti o mogli. Così, secondo loro, io non farò nulla di buono.


A questo punto io vorrei spiegare perchè parte di noi giovani si comporta in questo modo definito come isolamento dalla società.

Come prima cosa vorrei dare una definizione della società del XXI secolo: è frettolosa, non pensante, lamentosa, senza valori e concentrata sul denaro.
Il concetto di famiglia purtroppo non è più importante come una volta, è in crisi, come ormai tutte le istituzioni.
Si sentono e si vedono drammi dappertutto e ognuno cerca di evadere in qualunque modo. Quello di molti giovani è la relazione con la musica.
La musica è un'arte attraverso la quale vengono trasmesse emozioni e messaggi in cui ci si può identificare. Lei ci sostiene, racconta storie simili alle nostre e ci fa capire che non siamo gli unici a vivere quelle stesse situazioni. Con lei ci confrontiamo, quasi ci consiglia. Lei ci fa sfogare e ci mette di buon umore.
Con lei si piange, si sorride, si balla tra le lacrime al buio così nessuno ci può vedere, si esprimono desideri, ci si isola dal dolore, in poche parole la musica è un'isola dove si può essere veramente se stessi.
Il valore di quest'arte è infinita, per me è quasi un dono da custodire: è semplicemente una fortuna. Può essere addirittura una fede.
E' un modo per esprimersi e a volte lei arriva dove le parole non possono arrivare, ci può toccare in fondo e ci può muovere qualcosa all'interno che questa società formata da orgoglio e durezza ci fa evitare. Perchè essere umani e provare sentimenti è considerato da deboli e quindi altamente rischioso, visto come ormai funzionano le relazioni sentimentali.
Poi c'è anche chi non ha paura di mostrare la propria sensibilità, sebbene ora come ora in molti casi si usa la relazione per sfogare i propri bisogni sessuali, il giorno dopo ci si riveste e si va avanti come niente fosse.
La musica è sempre lì, un punto fermo, che ti aiuta a sopravvivere giorno dopo giorno, rendendoti sempre più forte. Sicuramente è qualcosa di sincero e che porta al riparo.
La mattina, prima di andare a scuola, è il momento che preferisco, non vorrei che finisse mai. Semplicemente perchè mi metto le cuffiette e ascolto le canzoni che mi danno più energia per affrontare la giornata. E' sicuramente una compagnia, un'amica che sa capirmi. Non so se è corretto definirlo come isolamento, ma sicuramente come fuga si'. La mia è una fuga verso un posto positivo dove posso esprimermi liberamente senza essere giudicata.
Musica è sinonimo anche di libertà di espressione.


La musica, definita come la poesia moderna, ha salvato tante persone da situazioni molti gravi. Per esempio i Metallica, con la loro canzone "Fade to Black"(pezzo che narra l'ultimo addio al mondo da parte di un uomo che non riesce più a vivere), raccontano che hanno salvato tanti ragazzi dal suicidio.
Questo denota l'enorme potere della musica, l'enorme potere che ha sulla comunicazione.


Molti forse sottovalutano il fatto che la musica unisce: sia nelle conoscenze  se si studia uno strumento o si forma un gruppo. Creare quindi amicizie fondate su una passione comune.

Spero che in futuro quest'arte venga rivalutata e apprezzata da tutti anche per la sua valenza quasi terapeutica.
Non importa il genere di musica che si ascolta, l'importante è che serva a se stessi. 


"Qualcuno crede in Dio
Io credo nella musica,
qualcuno prega
io accendo la radio!"
-30 second to Mars 
"I believe music is a place everyone can go to. I don’t care who you are, where you were born, what you do with your life. Everyone can come here in music and be equal.”

-Havely Williams(Paramore)


"E tutto quel che hai fatto, l'hai fatto con sentimento
e ne hai sempre trovato il significato ed è la tua canzone che mi libera
la canto mentre penso che non potrò andare avanti "