Bruno Oriani |
Non
credo che l’italiano medio abbia la cultura necessaria per
apprezzare le opere d’arte; il livello di istruzione è basso e
manca l’interesse verso la storia e la cultura in generale.
Viviamo
in un Paese basato sulle raccomandazioni e sui clientelismi che
ne intralciano lo sviluppo.
Per esempio: perché l'Italia non ha
usufruito dei fondi messi a disposizione dall’Unione Europea per
salvare Pompei? Perché si aspetta che i monumenti di Roma vadano in
pezzi per iniziare i restauri? E ancora: molti sono informatissimi
sui partecipanti a “Il grande fratello” ma quanti conoscono i
musei della loro città? Una volta ho chiesto a due signore di
Marostica come mai nella loro città ci fossero due castelli e non
hanno saputo rispondermi.
Aggiungo
che secondo me non conviene concentrarsi su una sola risorsa perché
è difficile che un solo settore garantisca la sopravvivenza e la
crescita di una nazione; un esempio è la Grecia che si è sempre
basata solo sul turismo.
D’altra parte, il nostro è un Paese che
invecchia e che richiede servizi dedicati agli anziani; questo
secondo me è l’investimento prioritario. Certo, un Paese ricco può
permettersi di potenziare il campo artistico una volta soddisfatti i
bisogni primari. Ma è un investimento complementare, non
prioritario.
Niente è più necessario del superfluo. Lo ha detto qualcuno e aveva ragione. Luigi
RispondiEliminaPrima la sanità, seconda la giustizia, terzo il lavoro. L'arte molto dopo. Almeno secondo me. Andreina Pizzi
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