sabato, aprile 06, 2013

Adolescenti: noi siamo così

DIALETTICANDO





Adolescenti: noi siamo così

di Carolina Zarrilli







Come definireste il XXI secolo? E' un'epoca di crisi, in Italia, in Europa, nel mondo, dappertutto. Questo secolo è sicuramente un'epoca di crisi di valori. 

I valori che reputo fondamentali sono la famiglia, il dovere, le amicizie, l'amore, la felicità, l'equilibrio, la serenità e le emozioni. 

Guardandomi intorno, molte volte vedo il vuoto nelle persone, nei giovani soprattutto. Questa è una sensazione orrenda. 

I giovani sono le vittime principali di questa società.

Per iniziare si potrebbe solamente pensare al rapporto, se si può chiamare così, genitore-figlio. 
Penso che il '68 abbia distrutto quello che prima era considerata una principio di famiglia. Ora non esiste più un'autorità principale che mette dei paletti ai più deboli per far loro ottenere quello che desiderano.Oggi è il più debole a comandare. L'autorità si è trasformata in un amico che vuole consigliare e aiutare il figlio. 
Il giovane è costretto a cavarsela in un modo o nell'altro da solo perchè quello che dovrebbe essere l'esempio da seguire- o quello da trasformare al suo opposto perchè l'ha detto il genitore- è assente. I ragazzi vivono da soli, mentre il genitore a volte è preso dal lavoro o da storie sentimentali o comunque distrazioni. 
Bisogna ricordarsi sempre che il 50% dei genitori dei miei coetanei sono separati. Questo è un altro enorme  sintomo di crisi. A volte si vorrebbe avere una presenza maggiore che dia quella sicurezza che da soli non si può avere. Ormai ora un ragazzo di 13 anni può trovarsi a dover essere  più che indipendente nelle sue possibilità. Cosa che una volta non era neanche immaginabile. Il buonismo del '68 ha preso il sopravvento. 

Vedo amici che chiedono aiuto, ma non trovano  risposte. Per esempio un mio amico non va a scuola : non riesce ad uscire da casa perché l'esterno gli provoca malessere . Dai suoi racconti io noto un abbandono totale, un menefreghismo da parte di coloro che l'hanno messo al mondo. E' un ragazzo molto intelligente, potrebbe essere una mente che in futuro potrebbe aiutare il nostro paese a rialzarsi. Però non ha accesso ad un istruzione. Avere una cultura era un diritto, ma ormai non è più così. Ci hanno rubato, o meglio tagliato, ore, materie, spazi di cultura enormi. Come si può cambiare una situazione politica senza aver aperto sufficientemente la mente? I ministri dell'istruzione ci chiedono troppo. Probabilmente non s'immaginano cosa voglia dire studiare 13 materie in 30 ore settimanali


Tagliare sulla scuola non ha alcun senso. Vuol dire che porterà ad un' ignoranza di massa. 
Questa società, come dice il Professor Fusaro, docente di Storia della Filosofia al San Raffaele di Milano, ci vuole portare al meccanicismo. Noi lavoreremo solo per guadagnare. Ragionare non sarà più neanche richiesto. 

Ormai studiare è un lusso. Io come giovane e parte del futuro di questo paese ho paura. Non so cosa sarà della mia vita. Non so se avrò la possibilità di trovare lavoro senza essere sfruttata perché ormai si accetta qualunque condizione pur di guadagnare per sopravvivere. 

Tutto questo non è una forma di schiavitù? 

Si vive nella competizione: io sono migliore di te. 




Il XXI secolo è l'era del consumismo, dello spreco a volte anche se nei periodi di crisi. 
Vedo ragazze che vanno in "astinenza da shopping". Non sono mai vestite allo stesso modo.  Sono diverse, mai loro stesse. 

Con il termine consumismo penso anche  a un fattore che accomuna gli adolescenti in cerca di una relazione. Con questo voglio dire: la gara a chi esce o sta con più ragazzi/e. Chi fa cosa prima. E' tutto una gara. Il sentimento a volte non esiste più. C'è un'ansia generale  di trovare il prima possibile  un compagno/a. Tra i ragazzi il principale argomento è la sessualità. Sento spesso discorsi tra ragazzi che raccontano di come è andata la serata con la loro ragazza. A volte raccontano tutti i particolari . Io mi chiedo se non si rovina tutto raccontando. Questa emozione non dovrebbe essere scoperta così. 

A questo io do due spiegazioni. La mancanza di affetto da parte dei genitori porta a dover cercare fuori per forza qualcuno che si pensa che possa colmare l'affetto mancato,oppure appunto trattare il compagno/a come " manichino" per cui non si dà importanza a nulla. E' "in" avere una ragazza/o! 

I giovani d'oggi non hanno un piano per il futuro, vivono addirittura al secondo. Pensano all'immediato cosa possa convenire o meno al momento.

I ragazzi però sanno anche reagire, lottano al riguardo. Noi vogliamo un futuro. Vogliamo avere i nostri diritti. Noi andiamo in piazza, non solo per fumare canne,ci riuniamo per affermare i nostri diritti. Urliamo perché ci vogliamo far sentire. Molti di noi hanno rabbia dentro. Perché così non ci va bene. I collettivi delle scuole propongono sempre idee nuove, modi per far sì che il messaggio arrivi in maniera esaustiva a tutti, non solo alla politica. Perchè se si lotta uniti e in tanti si può arrivare a qualcosa. 

La nostra generazione potrebbe essere paragonata alla seconda parte del Medioevo, quando il rivoluzionario John  Wyclif  portò nei centri inglesi i contadini per far loro avere più diritti.Il Medioevo non era solo un'epoca di mezzo, come dicono alcuni storici, ha portato molte cose positive. Come ora del resto. Non tutto è negativo. La mia generazione, ,anche con delle difficoltà, riuscirà ad andare avanti. 


La speranza non deve finire mai di esserci. Perché senza non si può andare avanti. 


Il mio intervento è un appello per la mia generazione che cerca di reagire a questa situazione politica-economica-sociale che ci sta distruggendo. 

Noi siamo soli perché c'è assenza, rabbia e solitudine. C'è disgregazione. 

Molti di noi si perdono nella strada in salita della vita perché a volte è molto difficile. Si sbanda per sempre o per un periodo. Ma comunque è un segnale di disagio. 

Per questo dobbiamo lottare tutti insieme uniti



Always find a way to carry on.         
-Alter Bridge


Anche se dovesse far male da morire
è vivere che voglio. 
-Alessandro Baricco











Adolescenti: Pianeta XY

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Adolescenti: pianeta XY

di Piergiorgio Critelli, educatore ITSOS




Forse mai come in questo periodo vengono sfornati tanti libri sui nuovi adolescenti. Giunti dal pianeta XY infestano il nostro paese divorando le nostre risorse e le nostre energie.
In realtà mi pare più appropriato dire che i ragazzi di oggi vivono in modo evidente la trasformazione del nostro mondo dovuto ad una serie di cambiamenti radicali: uno di questi è sicuramente internet e l'obbligo di essere sempre wired, dall'altro la mancanza di autorevolezza del maschio latino.
Da educatore scolastico in una scuola secondaria superiore di Milano mi rendo sempre più conto che dobbiamo umilmente smettere di giudicare con categorie razionali ciò che sta in fieri cambiando il nostro presente. A che cosa giova intellettualizzare un momento vivo e vitale come quello che stiamo passando? A cosa serve storicizzare in anticipo ed etichettare quello a cui collaboriamo a far divenire?
Il “j'accuse” contro gli adolescenti non ha senso dal momento che dobbiamo imparare dai nostri errori per porci delle mete educative che possano metterci in contatto con questo mondo. Non servono reprimende morali o peggio ancora prediche. È forse più corretto amare i giovani di oggi. Ed amare non è un sentimento ma un'azione, richiede motivazione, impegno, serietà da parte di noi adulti. Se questa nostra volontà trasparisse da tutti i pori sarebbe già il carburante per far girare il motore di ogni intervento educativo. Se solo abbandonassimo tutti i paradigmi deterministici e leggessimo le moderne teorie di neuro-psicolinguistica scopriremmo che ogni gesto comunica, anche quando crediamo di essere silenti con un giornale in mano davanti un bambino.
Ma cosa dobbiamo comunicare? Ad esempio che abbiamo dei giovani fantastici, sensibili, intelligenti. Ogni volta che entro in una classe dove lavoro penso questo fino alla punta delle scarpe e mi si apre davanti la magia di essere abbracciato da mille sguardi curiosi e attenti di entrare in rapporto con me. Se vogliamo essere sofisticati, a tutto questo possiamo dare il nome di effetto Pigmalione o di profezie che si autoavverano. In effetti non è altro che una suggestione positiva che permette di elevare l'autostima della persona con cui stiamo comunicando. Ciò è chiaro se vi faccio un esempio. In una scuola degli USA – racconta il formatore Stephen Covery – furono dati voti altissimi a degli studenti mediocri e voti bassi a quelli ottimi. Risultato? Che quelli che traballavano vista la pagella ebbero un moto di orgoglio che li porto a divenire bravi e quelli invece che andavano bene a scuola divennero pessimi. Non ci credete? Beh ma cosa facciamo noi quando diciamo ai nostri ragazzi: sei sempre così demotivato, non sei mai attento, non prendi mai un libro in mano? Pensiamo veramente di aiutarli?
Ho avuto la fortuna di vivere in una famiglia borghese piena di interessi e devo ammettere che parte dell'enorme eccitazione che mi deriva nel prendere un libro in mano sia dovuta al fatto che mio nonno era uno scrittore. Conservo ancora come una sorgente di energia inesauribile di autostima i momenti passati accanto a lui a leggere i capitoli dei suoi libri.
In ogni caso ritengo che ognuno di noi possa coinvolgere un ragazzo solo a partire dalla propria energia investita e consumata nel rapporto con lui.
Ma ora spostiamo l'attenzione su noi adulti. Cosa dire della morale che noi trasmettiamo nei nostri comportamenti? Cosa possiamo dire delle verifiche alle prediche tanto facilmente impartite? Sappiamo trasmettere il coraggio richiesto per affrontare le scelte etiche di ogni giorno oppure la nostra paideia rimane circoscritta nel campo dell'opportunismo, del materialismo più becero?
Non so cosa voi ne pensiate ma per me ogni relazione sana ed autentica deve basarsi su tre assiomi che ho esperimentato nella mia vita.
Per prima cosa dobbiamo accettare gratuitamente ogni essere umano. Non andremo avanti nella considerazione delle persone che amiamo se riteniamo di usarle come strumenti per i nostri progetti.
Secondo assioma: relazioniamoci in modo incondizionato. Se al centro è la persona non possiamo mettere nella lista delle priorità un altro elemento estraneo e non riconducibile al rapporto. Tutto ciò che è incoerente e non autentico ci verrà gettato contro al momento opportuno dall'adolescente.
Terzo assioma: gestiamo rapporti inclusivi (non esclusivi). I nostri rapporti non devono essere basati sulla dipendenza cronica o malata. Ogni relazione è espandibile ad altre. Questo permette di vedere la rete di rapporti in cui siamo immersi.
Concludendo nel pianeta XY ci sono moltissime attività da svolgere assieme, 

iniziamo a farle e vedrete in quale fantastico mondo vi troverete.  

AdolescentiI: magari avessero cattivi pensieri..


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Adolescenti: avessero almeno cattivi pensieri...

di Padre Ceroni




Insegno da oltre mezzo secolo e ho conosciuto da vicino migliaia di ragazzi. Cosa posso dire?
Poco: purtroppo non esistono ricette infallibili. Molto: dobbiamo imparare ad ascoltarci. 
E questo è vero oggi più che mai, perchè il nostro mondo, variegato e in rapidissima evoluzione, ci impone di abbandonare i nostri schemi interpretativi.
Indubbiamente gli adolescenti del 2013 vivono un disagio che spesso li rende quasi “invisibili e assenti nei processi storici e culturali della società” (vedi intervento del Papa alla plenaria del Pontificio Consiglio della Cultura) e che sfociano non di rado in fenomeni di dipendenza da droghe, devianza, violenza. Perchè? E' impossibile dare una risposta valida per tutti, ma è doveroso porsi la domanda.

Genitori assenti

I genitori spesso sono assenti, hanno poco tempo da dedicare ai figli e tante preoccupazioni “apparentemente” più urgenti. I ragazzi, così, finiscono per assorbire più del 75% delle loro informazioni dall'esterno (scuola, internet, tv ecc); solo una generazione fa, invece, oltre il 90% dei messaggi era passato dalla famiglia stessa.
E', inevitabile, dunque, che la figura paterna perda di vista quelli che dovrebbero essere i suoi 3 aspetti principali:
  • il “mimetismo”, per il quale ogni giovane animale tende ad imitare l'adulto dello stesso sesso;
  • “il consiglio autoritativo”, ovvero la fase impositiva
  • “la fase coeducativa”, quella nella quale si ascolta, si cerca di capire e di responsabilizzare il ragazzo sapendo che lui può a sua volta cambiare l'orientamento educativo

Genitori insicuri

Recentemente abbiamo sequestrato un cellulare ad un ragazzo durante le ore di scuola e lo abbiamo consegnato ai genitori. Come hanno reagito? Hanno minacciato di denunciarci!
Allo stesso modo sui giornali di qualche giorno fa si leggeva di mamme che difendevano i propri figli facendo a botte con i “butta-fuori” di una discoteca.
Troppo spesso i genitori sono insicuri, coprono i figli, perchè coprendo loro, coprono anche se stessi. A questi genitori vorrei dire: non esistono tecniche vincenti per diventare genitori, ma non per questo dovete temere i fallimenti educativi. Anche il migliore educatore può avere dei dubbi e chiedersi: “meglio una pedata o una carezza”? Nessuno potrà rispondere al posto di quella mamma e di quel papà che si chiede “Meglio una pedata o una carezza?”, ma... restate in ascolto dei vostri figli e seguite il vostro cuore. Non abbiate paura, siate genitori che sbagliano, ma siate genitori!

Manca l'attenzione per l'altro

Spesso mi capita di essere in metro, in piedi, davanti a ragazzi perfettamente a loro agio, più o meno stravaccati davanti a me, che ho 90 anni.
Perchè? Perchè non mi vedono! Nessuno ha insegnato loro a prestare attenzione a chi gli sta accanto. Gli basta una strizzatina d'occhi e loro si alzano; ma, se nessuno gli dà l'imbeccata, se sono soli...non mi vedono!


Dov'è il Desiderio?

“Essere adolescenti è sentire la nostalgia di qualcosa che non è ancora avvenuto”. Invece i nostri adolescenti sono già vecchi. Avessero almeno “desideri cattivi”...E invece...
I ragazzi di oggi hanno il primo cellulare a 10 anni, pc e televisione in camera; arrivati a 14 anni hanno già visto tutti i film vietati ai 18; e arrivano al matrimonio dicendo di “aver già conosciuto l'amore fisico”. Sono precoci e immaturi insieme: crescono senza sapere cosa significhi lo sforzo di cercare il piacere dell'altro e senza sapere cosa significhi “disubbidire”; mancano di fantasia e di creatività, perchè hanno tutto a portata di mano, tutto già pronto, tutto stabilito per loro. Epicuro stesso, invece, suggeriva di rimandare il piacere immediato per un piacere mediato. Indipendentemente da ogni credo è così; e dobbiamo insegnarlo ai nostri ragazzi: non esiste Valore, se non costa; non esiste Verità, se non costa; non esiste Amore, se non costa.

Manca il senso dell'umorismo

Quando ero ragazzo sono stato sospeso perchè mi annoiavo e pretendevo di andarmene dalla classe. La maestra mi ha sgridato, ma mi ha anche preso in giro (e io non l'ho mai dimenticato), facendomi capire quanto fosse ridicolo il mio atteggiamento. La maestra aveva capito che l'umorismo può essere efficace tanto quanto la severità. Invece i ragazzi di oggi, nonostante le attenzioni di cui sono circondati, hanno perso il senso dell'umorismo; non sanno ridere di loro stessi. E ai loro genitori, che non dormono la notte per il cattivo comportamento dei propri figli, vorrei dire: “Ehi...prima di disperarti...ricordati che sei stato un mio allievo e... eri peggio di tuo figlio!!!!”


Manca la speranza

Cari ragazzi, cari genitori, per crescere abbiamo bisogno di utopie. Quando la sera prego e dico: “Signore, ti amo sopra ogni cosa”, poco dopo aggiungo: “Signore, fa finta di crederci!”
E sono sicuro che Lui fingerà di credermi.
Concludo quindi ricordando che dobbiamo essere critici, ma dobbiamo anche stare attenti a non cercare mai nell'altro una conferma ai nostri schemi interpretativi e accettare il rischio di “educare alla libertà”. In sintesi:

Vedere Tutto. Chiudere gli occhi su Molto. Correggere Poco”



venerdì, aprile 05, 2013

IMU: inutile protestare

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IMU: inutile protestare

di Laura Camagni





L’articolo 13 del DL 201/2011 ha anticipato in via sperimentale l’applicazione dell’IMU (Imposta Municipale Propria) a decorrere dall’1/01/2012. Questa imposta patrimoniale, che assorbe l’Irpef e le relative addizionali regionali e comunali sui redditi degli immobili non locati, è stata istituita dall’ultimo governo Berlusconi/Lega/Tremonti e sarebbe dovuta entrare in vigore dall’01/01/2014.
Monti, pressato dalle esigenze di tappare i buchi di bilancio lasciati dal precedente esecutivo (per il quale peraltro la situazione era assolutamente sotto controllo) non ha fatto che anticipare i tempi.
L’impianto del conteggio dell’IMU è lo stesso dell’ICI; mi chiedo quindi come sia possibile sostenere come fanno alcuni che sia incostituzionale, se non era considerata tale l’ICI.
Ciò che l’ha resa particolarmente gravosa è stato l’aumento dei coefficienti di rivalutazione delle rendite catastali che hanno portato ad una maggiorazione dei valori su cui l’imposta viene calcolata.
A ciò si è aggiunto che l’impianto della Legge in nome del federalismo ha lasciato libertà ai comuni di determinare le aliquote da applicare alla base imponibile, anche se entro valori minimi e massimi delle aliquote stesse.
Naturalmente la maggior parte dei comuni, anziché controllare le loro spese, sprechi e ruberie varie, ha applicato le aliquote massime, con i risultati che tutti conosciamo.
Se, come promesso in campagna elettorale, si vorrà eliminare l’IMU sulle prime case di abitazione, compensandola con un aumento dell’imposta sulle seconde e terze case ecc., il fardello diverrà ancora più pesante di quanto non sia oggi.





IMU: anticostituzionale

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IMU: anticostituzionale

di Michele Mardegan





La casa è il luogo dove nasce, cresce, si sviluppa la famiglia e in essa ogni essere umano. E’ il luogo degli affetti, dell’intimità, del calore umano, dell’accoglienza della gratuità.
Per questo la casa, intesa come abitazione, è stata ricompresa nella dichiarazione dei diritti dell’uomo fra i diritti di ogni essere umano. La prima abitazione non è una fonte di reddito ma una necessità e spesso addirittura una fonte di costi e come tale non ha senso che possa essere soggetta a tassazione.
Non solo. I soldi utilizzati per l’acquisto della casa sono frutto di attività lavorativa e come tali sono già stati tassati. Tassare l’abitazione è tassare la proprietà privata è un provvedimento ideologico.
Una buona politica dovrebbe incentivare la possibilità per tutti di acquistare la propria abitazione rispettando in tal modo il principio iscritto nella dichiarazione dei diritti umani oltre che nella ragionevolezza e nel buon senso.
L’imu sulla prima casa è quindi una tassa intrinsecamente ingiusta.

IMU sulla seconda casa


Diverso è invece il ragionamento sulla seconda casa che non è certamente una necessità e spesso è invece una fonte di investimento e di guadagno. Certamente si deve però tenere presente che l’aumento della tassazione sugli immobili messi a reddito rischia di determinare un aumento degli affitti il che in un periodo di crisi non è certo auspicabile. In linea di principio però come ogni altra fonte di reddito o di bene non essenziale la seconda casa può in astratto essere oggetto di un’imposizione fiscale.

IMU alle scuole paritarie


Un ragionamento a parte merita poi l’applicazione dell’imu sugli edifici scolastici paritari.
L’educazione è uno dei compiti più impegnativi ed affascinanti a cui sono chiamati i genitori.
Un compito che si estrinseca anche attraverso la scelta di quelle agenzie educative, fra cui le scuole, che svolgono un ruolo importantissimo di supporto ed aiuto nella formazione delle nuove generazioni.
Il diritto dovere dei genitori ad educare i propri figli è un principio naturale osteggiato da chi, come ci insegna la storia dei totalitarismi del XX secolo, ritiene che l’educazione e l’istruzione siano prerogative dello Stato con il chiaro intento dell’indottrinamento ideologico e della manipolazione della formazione delle persone e delle coscienze.
Proprio per tale ragione sempre la dichiarazione universale dei diritti umani del 1948, nata sulle ceneri di alcuni sistemi totalitari, ha stabilito che : “i genitori hanno un diritto prioritario nella scelta del tipo di formazione che deve essere data ai loro figli”.
Anche in Italia la Carta Costituzionale chiarisce che i genitori hanno il diritto dovere di mantenere, istruire ed educare i figli (art.30), ma a questo principio non è mai seguito un sistema scolastico che in concreto ponga i genitori nella reale possibilità di scegliere in piena libertà la scuola per i propri figli.
Infatti a parole è stata riconosciuta la piena equiparazione fra scuola statale e scuola non statale, ma nei fatti la parità non esiste perché la scuola statale è gratuita mentre quella libera è a pagamento.
In tal modo la scelta della scuola è possibile solo per chi può permettersi di sopportare il costo di una scuola non statale. Tutti gli altri sono costretti a rivolgersi alle scuole statali.
Si tratta con tutta evidenza di una palese ingiustizia e di una evidente discriminazione nei confronti dei soggetti meno abbienti.
Non solo. Un corretto, moderno ed evoluto sistema scolastico, quale quello presente nella stragrande maggioranza dei paesi occidentali, dovrebbe prevedere la presenza della scuola statale quale intervento sussidiario in assenza di differenti offerte educative e non viceversa.
Purtroppo in Italia vi è chi, animato da una profonda carica ideologica, si ostina ad inneggiare ad uno Stato etico, unico titolare del diritto dovere di educare ed istruire i suoi cittadini.
La crisi del modello tradizionale di famiglia, il prevalere di una mentalità relativista, individualista o nichilista, la diffusione di un pensiero culturale unico ed egemone, sono in parte dovuti anche al sistema di fomazione scolatica.
Non vi è chi non veda come una visione di società pluralistica, aperta al confronto, solidale, quale comunità di persone e famiglie non possa che essere incentrata sul principio secondo cui è lo Stato che è al servizio della persona e non viceversa; principio che ha quale sua irrinunciabile declinazione il riconoscimento della incondizionata libertà di scelta da parte dei genitori dell’agenzia educativa scolastica.
In tale contesto l’introduzione dell’IMU sugli edifici scolastici paritari ha l’evidente finalità di mettere in ginocchio il sistema dell’offerta scolastica non statale aumentando ancor più i costi delle scuole paritarie rendendole accessibili esclusivamente ad una ristrettissima cerchia di benestanti.
A ciò si aggiunga che in un sistema di competizione fra istituti scolastici, unica forma per garantire l’eccellenza, far pagare una tassa ad uno dei due competitori e non all’altro è discriminante.
In Italia è stato riconosciuto che l’istruzione scolastica è un servizio pubblico e come tale tutti gli strumenti utilizzati per il suo svolgimento, ivi compresi gli edifici, non possono essere soggetti a tassazione. Se tale principio è stato applicato a tutti gli edifici delle scuole statali ragioni di parità ed uguaglianza impongono che venga applicato anche agli edifici delle scuole paritarie.
Ho sentito numerosi esponenti di scuole paritarie che a seguito dell’introduzione dell’IMU si vedranno costretti a chiudere le scuole.
L’IMU sulle scuole paritarie è una scelta scellerata che finisce con il limitare ulteriormente la libertà di educazione dei genitori, che finisce con l’imporre una cultura omologata di stato, che finisce con l’incidere sul livello qualitativo dell’insegnamento.

giovedì, aprile 04, 2013

Area C: NO

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Area C: NO

di Roberta de Bernardi





Le automobili sono responsabili solo per l'8% dell'inquinamento

Secondo uno studio del JOINT CENTER di Ispra commissionato dalla Regione Lombardia, il 47% dei PM10 in Regione Lombardia va attribuito al traffico su strada. Evidentemente questo dato si riferisce a tangenziali e strade di scorrimento, oltre che di citta', percorse da automezzi pesanti, Tir e veicoli privati che girano per spostamenti di lavoro. 
Secondo Legambiente, infatti, nelle città, le automobili sono responsabili solo dell'8% delle polveri sottili (http://www.legambiente.it/temi/inquinamento/inquinamento-atmosferico).
In effetti, analizzando la correlazione fra inquinamento da polveri sottili e temperature ambientali è ragionevole pensare che durante i picchi di inquinamento invernali, fino a quasi il 70% delle polveri sottili siano da ricondurre agli impianti da riscaldamento.

L'Europa insegna

Chiudere un'area così vasta come Area C è in controtendenza con quanto si verifica negli altri paesi europei; tanto che Londra, la prima che fece l'area “congestion charge”, dopo averla applicata per 10 anni e avere constatato che non c’era nessun miglioramento dei PM10 , ha riaperto il centro al 50% (secondo me anche per la crisi: con piu' mobilita' e velocità il lavoro gira meglio...). A dimostrazione di ciò nei documenti ufficiali si legge infatti: "there were no significant emissions impacts, either positive or negative, arising on the Inner Ring Road – the boundary route around the original central London congestion charging zone."

La salute è migliorata dopo l'introduzione dell'area C?

Mi sono permessa di andare in 5 farmacie dell'Area C, compresa quella di via dell'Orso e di Via Broletto, e mi hanno detto che i farmaci venduti diminuiscono in inverno e si rivendono a settembre-ottobre e primavera, in concomitanza con l'allergia da piante. Attualmente non c'è diminuzione di richiesta di farmaci antiallergici rispetto al consumo invernale standard. Per una dimostrazione più rigorosa circa l'inutilità dell'Area C sulla qualità dell'aria rinvio al sito amministrato dal Prof Engelmann http://www.sos-traffico-milano.it/ArticoliDettagliArticolo.aspx?ID=38I grafici qui pubblicati mettono in evidenza in maniera inequivocabile che l'Area C non ha avuto il minimo effetto sull'inquinamento. Le differenze di concentrazione delle polveri fini fra dentro Area C e fuori Area C vanno su e giu' in maniera casuale ugualmente allo stesso modo sia prima che dopo la sua introduzione.

E chi sta fuori?

Non c'è un muro che divide l'Area C dall'altra parte di Milano e quindi c'è una piccola diminuzione dell'inquinamento in centro e un incremento fuori. Cittadini di serie A e di serie B???
Bambini di serie A, che vivono in centro, e bambini di serie B che vivono in Piazza Wagner?
L'inquinamento si travasa continuamente e viene determinato anche dall'aria che arriva dai paesi vicini a Milano …
Cosa vogliamo fare? La Lombardia è, secondo tutte le rilevazioni, una regione che ha un problema di collocazione fisica tra le Alpi e la Pianura con poche giornate di vento....vogliamo portarla da un'altra parte?

Quello che propongo

Allora mi sara' chiesto: vuole lasciare tutto cosi'..? Certo che no!
Una citta', però, va gestita come quando si fa il progetto di un appartamento. Si osserva come la città è servita. Si scopre che, pur con una buona rete di tram, bus (e perchè non si pretende che siano elettrici?) e metropolitana, moltissime zone della citta' e limitrofe non sono ben servite. Si scopre che aumentano le persone che si spostano dal centro citta' per via dei costi, persone che si assumono una grossa fatica e un costo rilevante per potere lavorare a Milano e..

Prima di tutto si rende la mobilita' fluida, accessibile come a Parigi, Londra e persino Barcellona....(Parliamo di turismo e non c'è la metropolitana che arriva a Linate? E tutti coloro che lavorano a Linate come ci arrivano?)
Poi si analizza il tessuto commerciale e si vede se i provvedimenti vanno contro l'interesse produttivo della citta' o ne ampliano le possibilità di espansione.
Con l'Area C, oltre la quota crisi, molte attivita' hanno perso un ulteriore 15% viaggiando a un decremento del 40-50% dei loro incassi, mentre, esponenzialmente, oneri e tasse e servizi sono aumentati a dismisura. Bloccare l'entrata a 43.000 macchine al giorno per 8 ore non è una esagerazione? Per me.. si! Credo che sarebbe bastato, per ottenere lo stesso identico risultato fare Area C, dalle 7,30 alle 15 e poi.. liberi tutti.
Non ultimo, il cambiamento delle caldaie che inquinano; occorre pensare prima ai vari palazzi del Comune, scuole, asili, ospedali, Tribunale, uffici comunali e infine alle case private, con incentivi per potere affrontare i nuovi costi in tempo di crisi. Analizzato il tutto e messo a posto queste voci con un piano ben fatto in tutte le sue componenti, con accordi identici con tutte le citta' lombarde (senno' a cosa serve se gli altri inquinano e lo smog arriva da noi?) si può affrontare l'eventuale ricorso all'Area C.

CONCLUSIONE

L'Area C serve a fare cassa e a diminuire la congestione delle macchine, ma a tanti interesserebbe che la città ricominciasse a vivere e a produrre, anche se trafficata, invece che essere piena di gente senza lavoro, ma in bicicletta. La bicicletta è un 'ottima alternativa per alcune categorie, ma..se si pensa che abbiamo una percentuale altissima di anziani e di gente malata, forse, non dovrebbe essere l'unica alternativa a mezzi pubblici inefficienti.

(Ulteriori dati e approfondimenti si possono trovare sul sito www.sos-traffico-milano.it amministrato dal Prof dal Prof Engelmann, biologo e sul sito http://motocivismo.it/wordpress/metodo-scientifico/stato-dellaria-fixme/fondato dal Prof Trentini)



Area C: SI

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Area C: SI

di Lucia Robatto e Anna Gerometta
(Gentitoriantismog)








Cari lettori,

con questa lettera ci rivolgiamo, in particolare, ai residenti e ai commercianti all'interno dell'area C, e a tutti coloro che più in generale considerano il traffico e l’inquinamento come un problema non grave, e spesso osteggiano le misure anti-traffico perché le percepiscono inutili o come una limitazione alla libertà personale quando non addirittura una causa di danno economico.

Ogni anno l’ASL di Milano contabilizza centinaia di morti e decine di migliaia di ricoveri da inquinamento. Gli studi più recenti evidenziano che il particolato di Milano è, a causa della vicinanza della popolazione alle fonti di traffico, due volte più nocivo che nelle altre città della Lombardia. Lo dice una analisi effettuata su base regionale e pubblicata sull’American Journal of Epidemiology (M. Baccini, A. Biggeri, P. Grillo, D. Consonni, P.A. Bertazzi (2011). Health impact assessment of fine particles pollution at regional level. AMERICAN JOURNAL OF EPIDEMIOLOGY, vol. 12, pp. 1396-1405, ISSN:0002-9262) che dimostra come l’impatto sanitario del particolato milanese sia particolarmente grave. Lo dice il Prof. Bertazzi, della clinica del Lavoro di Milano (cfr. supra) che spiega come l’inquinamento da traffico non incida solo sulle vie respiratorie, ma agisca “sui meccanismi  biochimici e molecolari dell’organismo capaci di favorire la comparsa o di aggravare l’andamento di numerose malattie”. Questo perché la prossimità alle emissioni da traffico, pur non influenzando i dati globali dei livelli del particolato, comporta una tossicità molto maggiore dell’areosol respirato da chi si trova in una area trafficata.

A partire da questa consapevolezza vogliamo provare a valutare il valore di una misura antitraffico non solo dal punto di vista sanitario ma anche sociale e potenzialmente economico:

  1. Aria migliore

Per dimostrare che una diminuzione di auto circolanti migliora automaticamente l’aria basterebbe una semplicissima constatazione empirica: in una strada attraversata da 100 macchine o da 10 va da sé che le emissioni di gas non può essere la stessa.
Nessuno sostiene certo che Area C da sola possa migliorare la qualità dell’aria di un’intera città - tenendo conto del fatto che è l’intera Lombardia ad essere inquinatissima, ma per l’area che ricopre la differenza c’è e si sente. Non solo: l’analisi condotta sui livelli di black carbon in Area C indicano chiaramente che all’interno di Area C il livello di tossicità del particolato si è ridotta fino al 30% ciò che evidentemente comporta un grande beneficio in termini di salute per chi circola o risiede in questa area.
Il 31 gennaio 2013 nel rapporto di aggiornamento sulle conoscenze scientifiche circa l'impatto dell'inquinamento fatto in funzione della revisione della direttiva Europea 2008/50/CE sull'aria l’OMS ha confermato la rilevanza dei  livelli del black carbon per l'analisi di impatto sanitario del particolato su aree di dimensioni ridotte. Studi recenti indicano che i livelli di  black carbon devono ricondursi, per esempio,  ad un impatto sulle funzioni cognitive dei bambini. E ciò in aggiunta a quanto già confermato da anni da numerosissimi studi scientifici, ovvero l’ormai indiscusso collegamento fra prossimità al traffico e insorgenza di asma, ictus, infarti, allergie, ecc. ecc.  In virtù di questo principio i Genitori AntiSmog stanno chiedendo al Comune - per il momento senza successo - di mantenere il suo impegno ad allargare Area C al resto della città.

  1. Meno congestione = Rivoluzione del concetto di “suolo pubblico
Le macchine non si limitano ad inquinare ma occupano fisicamente tantissimo spazio, uno spazio che in realtà appartiene a tutti.
Eppure nella mentalità comune ci si è completamente abituati all’idea che il suolo pubblico sia destinato prioritariamente alla circolazione dell’auto privata.
Facciamo un primo esempio: se due persone hanno bisogno di spostarsi e la prima usa l’auto (ovvero un mezzo ingombrante e inquinante), e la seconda una bicicletta (che invece occupa pochissimo spazio e non inquina), non c’è dubbio che si ritenga più in diritto di circolare la prima rispetto alla seconda e che quest’ultima venga anzi vista spesso e volentieri come un fastidio.
Secondo esempio: per allestire dei tavolini sulla strada un esercizio pubblico deve pagare una concessione, le auto che occupano anch’esse suolo pubblico possono circolare liberamente.
Questa riflessione dovrebbe portarci a capire quanto le auto abbiano occupato tutto il nostro spazio non solo fisico ma anche culturale, e solo un cambio di paradigma ribalterebbe il loro ruolo. L’auto in sé è un mezzo utile e per tanti sicuramente necessario, ma non può continuare a mantenere l’assoluta supremazia su tutti gli altri mezzi di spostamento.

  1. Minori costi "indiretti"
Anche questa è una riflessione che non è mai sufficientemente valutata e che andrebbe contrapposta a chi si sente ingiustamente colpito dall’”ennesima tassa”: quanto incidono i costi sociali indiretti causati dallo smog? Pensiamo alle visite mediche in particolare per bambini e anziani, farmaci, ricoveri, assenze dal lavoro ecc. E’ la stessa Camera di Commercio di Milano ad aver stimato che l’inquinamento costa ad ogni impresa lombarda non meno di € 3.500 /anno.
Ci siamo mai chiesti quanto questi costi incidano sulle nostre tasche, senza che la cosa susciti scalpore, solo perchè "invisibili"?

  1. Un contributo aggiuntivo
I proventi di Area C hanno lo scopo di venire reinvestiti nella mobilità sostenibile della città.

  1. Un bacino di potenziali clienti
Ai commercianti (non solo a quelli dentro Area C), che meritano sicuramente tutta l’attenzione e il rispetto per i loro problemi, vorremmo dire che proprio la lotta allo smog potrebbe essere un'occasione per ripensare al rapporto con i propri clienti e trasformare il problema in opportunità. Esiste un enorme bacino di potenziali clienti - a nostro parere del tutto sottovalutato - che detestano fare shopping nelle strade trafficate e che scappano il sabato (giornata degli acquisti per eccellenza) per sfuggire alle auto e allo smog. E che in base a tale sensibilità chiedono un rapporto di sostenibilità anche col commercio. Molti commercianti l’hanno già capito e stanno difatti promuovendo meccanismi di incentivo legati a questo tema, tra cui consegna a domicilio o sconti per chi si muove non in macchina.

Area C non è la soluzione a tutti i mali ma è sicuramente un primo passo verso un cambiamento, anche di cultura (ricordiamoci che rispetto ad Ecopass è una “congestion”), e cambiare non solo è necessario ma anche possibile, come del resto dimostrano le tante tante città europee che il concetto di mobilità l’hanno saputo ribaltare veramente.
Ci vuole però il contributo di tutti, per questo chiediamo anche ai residenti e ai commercianti di Area C di non limitarsi ad osteggiare o criticare questa e altre misure anti-traffico ma di portare idee, proposte migliorative, promuovere una collaborazione tra cittadini e col Comune, spinti dall’intento di conciliare i propri più che legittimi interessi di parte con quelli della comunità a cui apparteniamo.

mercoledì, aprile 03, 2013

Sigaretta elettronica: la soluzione

DIALETTICANDO






Sigaretta elettronica: la soluzione

di Giulio Fischer





Non fumo, mia moglie sì; e fumava in modo accanito, fino a quando la sigaretta elettronica le ha permesso di chiudere con il tabacco.
Per questo sono stupefatto dalla campagna contraria che si è scatenata contro questi surrogati: dalle lobby del tabacco in azione, a Guariniello che apre un'inchiesta, alle compagnie aeree che le vietano, per scendere fino alla lettera che avete pubblicato l'altro giorno della signora che si lamenta degli amici con la pipetta di plastica.
Ora, in queste accese reazioni, sembra che nessuno consideri l'aiuto che possono dare ai tabagisti. Forse non faranno bene - ma nessuno sostiene che siano dei farmaci - ma sicuramente fanno meno male delle sigarette che bruciano, con il catrame e tutti gli altri veleni che nascondono. Non puzzano, non avvelenano l'ambiente. Se il vostro vicino emette un po' di invisibile vapor acqueo, che fastidio vi da?
O lo odiate così tanto da preferire che si accenda una sigaretta vera, e gli venga un cancro?


Sigaretta elettronica: una bufala

DIALETTICANDO






Sigaretta elettronica: una bufala

di Lorella Montesi





Mi chiamo Lorella, ho 46 anni e lavoro con mio marito in un negozio di fotografia. Io non sono una fumatrice, mentre mio marito, da quando lo conosco, ha sempre fumato una decina scarsa di sigarette al giorno.
Naturalmente, fino all’arrivo di questa benedetta sigaretta elettronica non aveva la possibilità di fumare in negozio. Anche prima della legge che ha vietato di fumare nei luoghi pubblici non fumava mai dentro, per rispetto nei confronti dei clienti e per una questione di immagine.
Ora che ha comperato la sigaretta elettronica, l’idea stessa che sia quasi del tutto innocua da una parte, e la possibilità di fumarla all’interno del negozio, dall’altra, fà sì che ce l’abbia sempre in bocca.
Mi ricorda molto il tipo di attaccamento che nostro figlio aveva per il ciuccio, quando aveva due anni.
C’è chi crede che la sigaretta elettronica per il fumatore possa rappresentare quello che il metadone rappresenta per l’eroinomane. Ma bisogna tenere conto di una differenza.
Al tossicodipendente non si può fornire tutto il metadone che vuole, quando vuole. Ci sono dei dosaggi e dei tempi di somministrazione che debbono essere rispettati. Altrimenti, il paziente che si vuole disintossicare, nel tentativo di liberarsi da una dipendenza, finisce per acquisirne una nuova.
Con la sigaretta elettronica puoi avere tutta la nicotina che vuoi. Finché ne vuoi continui a ciucciare. E così, passi da essere un tossico di una cosa che fà molto male a un tossico di una cosa che ancora non si sa quanto male faccia, ma sicuramente bene non fà. Proprio come quel babbeo di mio marito che, per la cronaca, dopo averle lasciate da parte per un po’, ha ricominciato a sfumacchiare anche le sigarette tradizionali.
Mi si può fare l’osservazione che si vendono anche ricariche per la sigaretta elettronica che non contengono nicotina. Al cioccolato, al caffè, alla vaniglia. Forse sbaglierò, ma la mia impressione è che si voglia far credere che esista un percorso virtuoso che ti fà passare prima dalla sigaretta alla sigaretta elettronica caricata a nicotina, che ha come sua naturale conclusione il passaggio alla sigaretta elettronica caricata a fragola. Fumo negli occhi per vendere di più. Anzi, vapore.