giovedì, aprile 04, 2013

Area C: SI

DIALETTICANDO






Area C: SI

di Lucia Robatto e Anna Gerometta
(Gentitoriantismog)








Cari lettori,

con questa lettera ci rivolgiamo, in particolare, ai residenti e ai commercianti all'interno dell'area C, e a tutti coloro che più in generale considerano il traffico e l’inquinamento come un problema non grave, e spesso osteggiano le misure anti-traffico perché le percepiscono inutili o come una limitazione alla libertà personale quando non addirittura una causa di danno economico.

Ogni anno l’ASL di Milano contabilizza centinaia di morti e decine di migliaia di ricoveri da inquinamento. Gli studi più recenti evidenziano che il particolato di Milano è, a causa della vicinanza della popolazione alle fonti di traffico, due volte più nocivo che nelle altre città della Lombardia. Lo dice una analisi effettuata su base regionale e pubblicata sull’American Journal of Epidemiology (M. Baccini, A. Biggeri, P. Grillo, D. Consonni, P.A. Bertazzi (2011). Health impact assessment of fine particles pollution at regional level. AMERICAN JOURNAL OF EPIDEMIOLOGY, vol. 12, pp. 1396-1405, ISSN:0002-9262) che dimostra come l’impatto sanitario del particolato milanese sia particolarmente grave. Lo dice il Prof. Bertazzi, della clinica del Lavoro di Milano (cfr. supra) che spiega come l’inquinamento da traffico non incida solo sulle vie respiratorie, ma agisca “sui meccanismi  biochimici e molecolari dell’organismo capaci di favorire la comparsa o di aggravare l’andamento di numerose malattie”. Questo perché la prossimità alle emissioni da traffico, pur non influenzando i dati globali dei livelli del particolato, comporta una tossicità molto maggiore dell’areosol respirato da chi si trova in una area trafficata.

A partire da questa consapevolezza vogliamo provare a valutare il valore di una misura antitraffico non solo dal punto di vista sanitario ma anche sociale e potenzialmente economico:

  1. Aria migliore

Per dimostrare che una diminuzione di auto circolanti migliora automaticamente l’aria basterebbe una semplicissima constatazione empirica: in una strada attraversata da 100 macchine o da 10 va da sé che le emissioni di gas non può essere la stessa.
Nessuno sostiene certo che Area C da sola possa migliorare la qualità dell’aria di un’intera città - tenendo conto del fatto che è l’intera Lombardia ad essere inquinatissima, ma per l’area che ricopre la differenza c’è e si sente. Non solo: l’analisi condotta sui livelli di black carbon in Area C indicano chiaramente che all’interno di Area C il livello di tossicità del particolato si è ridotta fino al 30% ciò che evidentemente comporta un grande beneficio in termini di salute per chi circola o risiede in questa area.
Il 31 gennaio 2013 nel rapporto di aggiornamento sulle conoscenze scientifiche circa l'impatto dell'inquinamento fatto in funzione della revisione della direttiva Europea 2008/50/CE sull'aria l’OMS ha confermato la rilevanza dei  livelli del black carbon per l'analisi di impatto sanitario del particolato su aree di dimensioni ridotte. Studi recenti indicano che i livelli di  black carbon devono ricondursi, per esempio,  ad un impatto sulle funzioni cognitive dei bambini. E ciò in aggiunta a quanto già confermato da anni da numerosissimi studi scientifici, ovvero l’ormai indiscusso collegamento fra prossimità al traffico e insorgenza di asma, ictus, infarti, allergie, ecc. ecc.  In virtù di questo principio i Genitori AntiSmog stanno chiedendo al Comune - per il momento senza successo - di mantenere il suo impegno ad allargare Area C al resto della città.

  1. Meno congestione = Rivoluzione del concetto di “suolo pubblico
Le macchine non si limitano ad inquinare ma occupano fisicamente tantissimo spazio, uno spazio che in realtà appartiene a tutti.
Eppure nella mentalità comune ci si è completamente abituati all’idea che il suolo pubblico sia destinato prioritariamente alla circolazione dell’auto privata.
Facciamo un primo esempio: se due persone hanno bisogno di spostarsi e la prima usa l’auto (ovvero un mezzo ingombrante e inquinante), e la seconda una bicicletta (che invece occupa pochissimo spazio e non inquina), non c’è dubbio che si ritenga più in diritto di circolare la prima rispetto alla seconda e che quest’ultima venga anzi vista spesso e volentieri come un fastidio.
Secondo esempio: per allestire dei tavolini sulla strada un esercizio pubblico deve pagare una concessione, le auto che occupano anch’esse suolo pubblico possono circolare liberamente.
Questa riflessione dovrebbe portarci a capire quanto le auto abbiano occupato tutto il nostro spazio non solo fisico ma anche culturale, e solo un cambio di paradigma ribalterebbe il loro ruolo. L’auto in sé è un mezzo utile e per tanti sicuramente necessario, ma non può continuare a mantenere l’assoluta supremazia su tutti gli altri mezzi di spostamento.

  1. Minori costi "indiretti"
Anche questa è una riflessione che non è mai sufficientemente valutata e che andrebbe contrapposta a chi si sente ingiustamente colpito dall’”ennesima tassa”: quanto incidono i costi sociali indiretti causati dallo smog? Pensiamo alle visite mediche in particolare per bambini e anziani, farmaci, ricoveri, assenze dal lavoro ecc. E’ la stessa Camera di Commercio di Milano ad aver stimato che l’inquinamento costa ad ogni impresa lombarda non meno di € 3.500 /anno.
Ci siamo mai chiesti quanto questi costi incidano sulle nostre tasche, senza che la cosa susciti scalpore, solo perchè "invisibili"?

  1. Un contributo aggiuntivo
I proventi di Area C hanno lo scopo di venire reinvestiti nella mobilità sostenibile della città.

  1. Un bacino di potenziali clienti
Ai commercianti (non solo a quelli dentro Area C), che meritano sicuramente tutta l’attenzione e il rispetto per i loro problemi, vorremmo dire che proprio la lotta allo smog potrebbe essere un'occasione per ripensare al rapporto con i propri clienti e trasformare il problema in opportunità. Esiste un enorme bacino di potenziali clienti - a nostro parere del tutto sottovalutato - che detestano fare shopping nelle strade trafficate e che scappano il sabato (giornata degli acquisti per eccellenza) per sfuggire alle auto e allo smog. E che in base a tale sensibilità chiedono un rapporto di sostenibilità anche col commercio. Molti commercianti l’hanno già capito e stanno difatti promuovendo meccanismi di incentivo legati a questo tema, tra cui consegna a domicilio o sconti per chi si muove non in macchina.

Area C non è la soluzione a tutti i mali ma è sicuramente un primo passo verso un cambiamento, anche di cultura (ricordiamoci che rispetto ad Ecopass è una “congestion”), e cambiare non solo è necessario ma anche possibile, come del resto dimostrano le tante tante città europee che il concetto di mobilità l’hanno saputo ribaltare veramente.
Ci vuole però il contributo di tutti, per questo chiediamo anche ai residenti e ai commercianti di Area C di non limitarsi ad osteggiare o criticare questa e altre misure anti-traffico ma di portare idee, proposte migliorative, promuovere una collaborazione tra cittadini e col Comune, spinti dall’intento di conciliare i propri più che legittimi interessi di parte con quelli della comunità a cui apparteniamo.

3 commenti:

  1. E' una pollution tax. Io andrei oltre, per le 7-8 città più popolose in Italia annuncerei da 1 gennaio 2016 nelle aree centrali non pedonalizzate la circolazione solo a ZEV (elettrici), ovviamente integrando con colonnine di ricarica. Darei cos' tempo ai produttori di auto di produrre e vendere un cospicuo numero di auto elettriche (50-100.000/anno secondo le mie stime)contribuendo a risollevare l'asfittico mercato auto. Ovviamente solo chi potrà permetersele le comprerà, gli altri in taxi (ELETTRICO anche lui) o con metropolitana/autobus (da convertire in elettrico) oppure in bici o a piedi. A mali estremi...estremi rimedi

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  2. Mi viene da pensare che le analisi su questi temi siano commissionate da chi vive in centro, che, in effetti, ora gode di aria più pulita, meno traffico e parcheggi a volontà. Ma qualcuno pensa mai a quei bambini e anziani che vivono appena fuori l'area C?
    Inoltre: se è vera la notizia che l'aria del K2 è inquinata mi spiegate come è possibile che sul confine fra una zona e l'altra -distanti meno d'una manciata di metri- l'atmosfera sia del 30% meno inquinata? Più che la statistica è utile usare il buon senso.

    Comunque, qualora fossero dati reali, condivido che le strategie devono essere a lunga gettata, un buon padre di famiglia annuncia e applica le proprie strategie permettendo a chi di dovere (cittadini e case automobilistiche, ma anche commercianti e abitanti) di prepararsi per tempo ai cambiamenti che lo coinvolgono così da vicino.

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  3. Come si possono contestare considerazioni di assoluto buon senso come quelle esposte in questo post se non si ha un secondo fine più o meno nascosto?

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