DIALETTICANDO |
IMU: anticostituzionale
di Michele Mardegan
La casa è il luogo dove nasce, cresce, si sviluppa la famiglia e in essa ogni essere umano. E’ il luogo degli affetti, dell’intimità, del calore umano, dell’accoglienza della gratuità.
Per questo la casa, intesa come abitazione, è stata ricompresa nella dichiarazione dei diritti dell’uomo fra i diritti di ogni essere umano. La prima abitazione non è una fonte di reddito ma una necessità e spesso addirittura una fonte di costi e come tale non ha senso che possa essere soggetta a tassazione.
Non solo. I soldi utilizzati per l’acquisto della casa sono frutto di attività lavorativa e come tali sono già stati tassati. Tassare l’abitazione è tassare la proprietà privata è un provvedimento ideologico.
Una buona politica dovrebbe incentivare la possibilità per tutti di acquistare la propria abitazione rispettando in tal modo il principio iscritto nella dichiarazione dei diritti umani oltre che nella ragionevolezza e nel buon senso.
L’imu sulla prima casa è quindi una tassa intrinsecamente ingiusta.
IMU sulla seconda casa
IMU sulla seconda casa
Diverso è invece il ragionamento sulla seconda casa che non è certamente una necessità e spesso è invece una fonte di investimento e di guadagno. Certamente si deve però tenere presente che l’aumento della tassazione sugli immobili messi a reddito rischia di determinare un aumento degli affitti il che in un periodo di crisi non è certo auspicabile. In linea di principio però come ogni altra fonte di reddito o di bene non essenziale la seconda casa può in astratto essere oggetto di un’imposizione fiscale.
IMU alle scuole paritarie
IMU alle scuole paritarie
Un ragionamento a parte merita poi l’applicazione dell’imu sugli edifici scolastici paritari.
L’educazione è uno dei compiti più impegnativi ed affascinanti a cui sono chiamati i genitori.
Un compito che si estrinseca anche attraverso la scelta di quelle agenzie educative, fra cui le scuole, che svolgono un ruolo importantissimo di supporto ed aiuto nella formazione delle nuove generazioni.
Il diritto dovere dei genitori ad educare i propri figli è un principio naturale osteggiato da chi, come ci insegna la storia dei totalitarismi del XX secolo, ritiene che l’educazione e l’istruzione siano prerogative dello Stato con il chiaro intento dell’indottrinamento ideologico e della manipolazione della formazione delle persone e delle coscienze.
Proprio per tale ragione sempre la dichiarazione universale dei diritti umani del 1948, nata sulle ceneri di alcuni sistemi totalitari, ha stabilito che : “i genitori hanno un diritto prioritario nella scelta del tipo di formazione che deve essere data ai loro figli”.
Anche in Italia la Carta Costituzionale chiarisce che i genitori hanno il diritto dovere di mantenere, istruire ed educare i figli (art.30), ma a questo principio non è mai seguito un sistema scolastico che in concreto ponga i genitori nella reale possibilità di scegliere in piena libertà la scuola per i propri figli.
Infatti a parole è stata riconosciuta la piena equiparazione fra scuola statale e scuola non statale, ma nei fatti la parità non esiste perché la scuola statale è gratuita mentre quella libera è a pagamento.
In tal modo la scelta della scuola è possibile solo per chi può permettersi di sopportare il costo di una scuola non statale. Tutti gli altri sono costretti a rivolgersi alle scuole statali.
Si tratta con tutta evidenza di una palese ingiustizia e di una evidente discriminazione nei confronti dei soggetti meno abbienti.
Non solo. Un corretto, moderno ed evoluto sistema scolastico, quale quello presente nella stragrande maggioranza dei paesi occidentali, dovrebbe prevedere la presenza della scuola statale quale intervento sussidiario in assenza di differenti offerte educative e non viceversa.
Purtroppo in Italia vi è chi, animato da una profonda carica ideologica, si ostina ad inneggiare ad uno Stato etico, unico titolare del diritto dovere di educare ed istruire i suoi cittadini.
La crisi del modello tradizionale di famiglia, il prevalere di una mentalità relativista, individualista o nichilista, la diffusione di un pensiero culturale unico ed egemone, sono in parte dovuti anche al sistema di fomazione scolatica.
Non vi è chi non veda come una visione di società pluralistica, aperta al confronto, solidale, quale comunità di persone e famiglie non possa che essere incentrata sul principio secondo cui è lo Stato che è al servizio della persona e non viceversa; principio che ha quale sua irrinunciabile declinazione il riconoscimento della incondizionata libertà di scelta da parte dei genitori dell’agenzia educativa scolastica.
In tale contesto l’introduzione dell’IMU sugli edifici scolastici paritari ha l’evidente finalità di mettere in ginocchio il sistema dell’offerta scolastica non statale aumentando ancor più i costi delle scuole paritarie rendendole accessibili esclusivamente ad una ristrettissima cerchia di benestanti.
A ciò si aggiunga che in un sistema di competizione fra istituti scolastici, unica forma per garantire l’eccellenza, far pagare una tassa ad uno dei due competitori e non all’altro è discriminante.
In Italia è stato riconosciuto che l’istruzione scolastica è un servizio pubblico e come tale tutti gli strumenti utilizzati per il suo svolgimento, ivi compresi gli edifici, non possono essere soggetti a tassazione. Se tale principio è stato applicato a tutti gli edifici delle scuole statali ragioni di parità ed uguaglianza impongono che venga applicato anche agli edifici delle scuole paritarie.
Ho sentito numerosi esponenti di scuole paritarie che a seguito dell’introduzione dell’IMU si vedranno costretti a chiudere le scuole.
L’IMU sulle scuole paritarie è una scelta scellerata che finisce con il limitare ulteriormente la libertà di educazione dei genitori, che finisce con l’imporre una cultura omologata di stato, che finisce con l’incidere sul livello qualitativo dell’insegnamento.
Al di là di ogni idelogia...come si può considerare "scellerato" pretendere che TUTTI paghino le tasse, indipendentemente dal fine più o meno nobile della propria attività...?!? E come si può pensare che scuole che chiedono più di 10.000 euro l'anno di retta, che sono costrette a rifiutare le iscrizioni perchè sono troppe e che occupano i palazzi più prestigiosi per svolgere il loro nobile servizio, siano "messe in ginocchio dall'IMU"?!?!?!
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
EliminaCi saranno scuole che chiedono 10.000 euro l'anno e che occupano i palazzi più prestigiosi, ma ci sono anche scuole paritarie che si preoccupano di insegnare in zone dove l'offerta pubblica è totalmente assente e se c'è è deficitaria. Ci scuole paritarie che insegnano in paesini sperduti o in zone dimenticate dalle belle parole dei nostri politici, scuole che sono costrette a chiedere rette ridotte ai minimi termini e che non potranno più sopravvivere.
EliminaAndrea Parrisi
Per quanto riguarda l’IMU sulla prima casa, bisognerebbe capire quanto è necessaria. I giornali parlano sempre di debito pubblico e della necessità di aumentare le tasse, ma purtroppo sembra che queste entrate non bastino mai; spesso, a quanto pare, finiscono nelle tasse dei nostri politici. Bisognerebbe alleggerire il carico fiscale delle classi sociali con redditi inferiori alle 1.500 euro e caricare i ceti più abbienti. Purtroppo, in Italia questi ultimi sono sempre privilegiati e stiamo pagando cara questa discriminazione; infatti, a causa dello scarso patriottismo degli italiani, il denaro viene speso volentieri nelle località straniere (St. Moritz, Maldive, ecc.) e non nel nostro Paese che ne avrebbe un gran bisogno. Per esempio, Monti, invece di passare l’estate in Engadina, avrebbe potuto investire in parte le sue molteplici pensioni a Cortina dando impulso all’economia nazionale e non a quella svizzera. Ci vorrebbe un maggior senso di responsabilità e di correttezza che purtroppo manca.
RispondiEliminaCome noto, la differenza fra imposte e tasse è evidente: le prime non hanno corrispondenza diretta con servizi (la Costituzione recita che "ognuno deve concorrere secondo la propria capacità contributiva") le seconde sono a fronte di un corrispettivo (tassa sui rifiuti, sugli animali, ma anche di possesso nel caso di auto e beni mobili in pubblico registro).
RispondiEliminaA loro volta le imposte possono essere dirette (IRPEF) o indirette (IVA) e applicate sul reddito (guadagno) o patrimonioniali (proprietà di immobili, conti correnti ecc).
L'incapacità di accertare correttamente imposte dirette (l'evasione fiscale è evidente in Italia) sposta il tiro sulle indirette e sulle patrimoniali, molto più facilmente identificabili.
In sostanza: più non si riescono a colpire i redditi effettivi, più si recuperano risorse con imposizioni IVA o IMU, per esempio.
Ma... attenzione, non si può escludere che l'abitazione possa essere considerata dal legislatore un "beneficio" ed essere trasformata in bene TASSABILE (attenzione, ho detto tassabile e non imponibile) come una automobile o un cane (lo Stato ti consente di possederli in cambio di X Euro) e come tale soggetta a imposizione tributaria INDIPENDENTEMENTE dalla capacità contributiva del cittadino.
Personalmente credo che l'IMU debba essere mantenuta per immobili prima casa di un certo valore (es da 500.000 Euro),in tutte le seconde abitazioni e su immobili intestati a società estere. Come fare in quest'ultimo caso?? Io un'idea ce l'avrei, magari Monti legge questo blog, posso esporla alla prossima puntata
Ma dobbiamo proprio aspettare che Monti capiti su questo blog per leggere la tua idea..? Non possiamo discutere l'idea di Renato qui, prima di presentarla al Prof Monti? Lucia M.
EliminaLe scuole private svolgono un programma uguale a quelle pubbliche, pertanto ritengo che lo stato debba trattare allo stesso modo le une e le altre, per dare a tutti i cittadini e non soltanto a quelli più agiati una possibilità di scelta libera da fattori economici.
RispondiEliminaLe scuole private, se sono in possesso di uno statuto in qualità di ente no profit, sono esentate dal pagamento dell'IMU.
RispondiEliminaIMU sulla casa di abitazione: anticostituzionale perché non basata sul reddito realmente percepito dalla persona, ma su una PRESUNZIONE di ricchezza.
RispondiEliminaIMU sulla casa di abitazione: principale arma brandita da chi invidia coloro che lavorano e risparmiano per acquistare il principale bene della famiglia con il sudore della propria fronte, cosa che i politici e i burocrati non conoscono.
IMU sulla casa di abitazione: rapina legalizzata inventata da certi politici che intendono incamerare danaro con facilità senza studiare un serio sistema di controllo dell'evasione fiscale.
Ottima spietata sintesi, a.f.
EliminaConcordo con Antonio. Enrico.
RispondiEliminaImu una tassa necessaria per uscire dalla crisi in questo momento dove non si Sto arrivando! Dove trovare i soldi , ci dicono. La domanda che pongo pero' e' cosa farebbe una famiglia in cui le entrate non bastano e le spese sembrano aumentare? Questo e' molto facile immaginarlo: taglia le spese. Allora perche' lo stato sprecone non lavora sulla base delle entrate e non invece le fa dipendere dalle uscite( spese?) se ogni piu' piccola realta' fosse costretta al pareggio di bilancio (almeno) si vederebbe quali realta' non sono in equilibrio ( magari si potrebbe vedere dalle regioni in giu'. Cosi' pur non trascurando la solidarieta' e le differenze si potrebbe capire bene cosa e dove tagliare. Il rischio dell' imu e' quello di rendere meno attraente investire in Italia, piu' difficile viverci e piu' caro, quindi meno comoetitivo rispetto ai paesi vicini. Vanno bene tutte le tasse e imposte purche' alla fine il cittadino veda e capisca perche' le paga e dove i suoi soldi vanno a finire. No a sprechi, che come detto sono facilmente individualbili dividendo il problema in molte parti piu' piccole. Cerchiamo di valorizzare gli immobili, di cui lo stato anche e' proprietario. Con questa manovra si e' svalutato il loro valore. A seguito di questo alla lunga anche il valore catastale scenderebbe e con esso il gettito. Si' a leggi e tassazioni chiare e stabili nel tempo in modo da consentire investimenti avveduti e corretti, pena non attrarre capitali di cui l'Italia ha disperato bisogno.
RispondiEliminaPaolonumber1
Gentile Paolonumber1 purtroppo la pubblica amministrazione non ha, per definizione, come obiettivo il pareggio di bilancio di cui lei parla. E nemmeno lo vorremmo, il settore pubblico non ha come obbiettivo il massimo profitto, per fortuna. A.a.
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