DIALETTICANDO |
Per uscire dalla crisi: dare respiro all'economia e ridurre il costo dello Stato
di Giulio Gallera
Il
percorso per uscire dalla crisi attuale sarà sicuramente lungo e
comporterà ulteriori sacrifici, ma per portarlo a termine bisognerà
intervenire su due fronti: da un lato è necessario mettere in campo
interventi urgenti che diano respiro immediato alla nostra economia,
dall’altro è necessario stabilire delle linee programmatiche che
daranno i loro risultati nel lungo e medio termine.
Nel
quadro della crisi economica che stiamo vivendo, le regole del patto
di stabilità così come vengono applicate sono diventate davvero un
problema. Nell’immediato dunque credo sia necessario modificare le
regole del patto. Un patto che di fatto sta generando
recessione: le regole attuali purtroppo salvaguardano la spesa
corrente ma comprimono gli investimenti, generando un effetto
recessivo sull’economia. Obiettivo dell’Italia non deve essere
quello di aggirare il tetto del 3% nel rapporto deficit/Pil imposto
dal patto, ma spingere per rivedere le regole sugli investimenti
produttivi cofinanziati dalla Ue, in modo da svincolare la quota
nazionale dal Patto di stabilità. È necessario dunque essere in
linea con le regole e proporre nelle sedi europee una strategia di
maggiore attenzione alla crescita e alla lotta alla disoccupazione
giovanile.
Un
altro punto su cui intervenire subito è il lavoro infatti. Non solo
tramite incentivi, ma mettendo subito in campo misure che rilancino
la crescita. Penso ad un intervento forte di defiscalizzazione sul
costo del lavoro e di decontribuzione per recuperare competitività
rispetto agli altri Paesi Ue. La riduzione fiscale senza
indebitamento deve essere un obiettivo principe.
Bisogna
poi rilanciare l’edilizia oggi in profonda crisi. Un primo passo è
semplificare la burocrazia mettendo ordine tra più di 100
prassi tra norme e regolamenti. La crisi dell’edilizia non si
arresta e le imprese continuano a fallire: i posti di
lavoro persi nelle costruzioni dall'inizio della crisi a oggi sono
arrivati a 446mila. Per il rilancio del settore è necessario
valorizzare le imprese che operano nel settore della legalità,
stabilire tempi massimi per il rilascio di atti e certificati e di
unificare a livello regionale modulistica e regolamenti, porre
rimedio ai pagamenti ritardati da parte delle pubbliche
amministrazioni, rispettando le direttive europee.
Nel
medio e lungo termine invece per rilanciare l’economia e uscire
dalla crisi è necessario intervenire sul debito pubblico
innanzitutto riducendo il costo dello stato. È possibile intervenire
sulla riduzione del numero degli enti, per esempio Aler, parchi,
consorzi o enti di area vasta o sul numero delle aziende ospedaliere.
È necessario fare scelte più coraggiose attraverso le
liberalizzazioni. Altro punto importante cui si dovrebbe puntare nel
lungo termine è la riduzione dei dipendenti pubblici il cui numero
incide pesantemente sul costo dello Stato. E la vendita infine
dell’immenso patrimonio pubblico che darebbe immediato respiro alle
casse statali.
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RispondiEliminaMi scusi, ho letto le proposte assolutamente ottime; mi chiedo come mai la defiscalizzazione del costo del lavoro non sia stata ridotta ad oggi. Leggevo di questa intenzione nel 2007 ma finora non è mai stato fatto nulla. Come mai? Quali sono gli ostacoli e sono rimovibili?
RispondiEliminaE in quanto tempo attuereste l'alleggerimento della burocrazia?
Dott. Cinzia Valente
Adesso pare che anche la laboriosa e prepotente Germania sia in crisi perchè le sue esportazioni sono in picchiata; noi italiani compriamo molto meno di un tempo e così anche altri Paesi. Speriamo che questo fatto induca la Merkel a rivedere le restrizioni imposte all'Italia. Massimo.
RispondiEliminaChi ha causato i danni all'Italia (PDL e PD che hanno governato metà per uno negli ultimi 15 anni) NON PUO' ESSERE CREDIBILE.
RispondiEliminaSmettiamola di chiamare pompieri che sono gli stessi (o parenti molto stretti) di chi ha attizzato l'incendio.
Il revisore di Unicredit sarà meglio che si doti di un secchiello ai semafori x lavare i vetri, la banca sta peggio di MPS, fra un paio d'anni sarà sparita, salvo interventi dei soliti criminali della finanza (Draghi, Monti e gentaglia del genere).
Renato Belisonzi
Carissimi lettori di Dialetticando,
RispondiEliminapenso che per capire (almeno in parte) il contesto che negli anni ha portato l'Italia a registrare l'attuale entità di debito pubblico, si debba tener conto della seguente osservazione:
in un sistema economico chiuso il debito pubblico crea un credito della medesima entità tutto interno al sistema.
In breve, in un sistema chiuso (quale un singolo Paese)il debito pubblico non è altro che un credito dei suoi cittadini e delle sue imprese.
Finché sussiste siffatta condizione è spiegabile (se non addirittura giustificabile) che il ceto politico non consideri rischioso alimentare il debito punbblico, almeno entro determinati livelli.
Il debito diventa un vero e proprio pericolo quando da chiuso il sistema si apre ed il debito viene sostenuto da soggetti che non appartengono al Paese indebitato.
E' a questo punto che venendo a mancare la corrispondenza biunivoca tra debito e credito i cittadini si trovano a dover alimentare un gettito fiscale anche molto elevato a fronte di un ritorno che è solo una frazione di quanto corrisposto.
Con elevata probabilità il Paese si impoverisce, a meno che intervenga in soccorso la bilancia dei pagamenti con l'estero, il che può sì avverarsi, ma solo in parte.
A questo punto dobbiamo affrontare il prossimo nodo, vale a dire gli strumenti necessari per intervenire positivamente sulla bilancia.
Abbandoniamo la tecnica e ci dobbiamo inerpicare per i sentieri delle opinioni.
La mia guarda a una delle pochissime concrete risorse rimaste all'Italia: la gestione del patrimonio paesistico e culturale.
A questo proposito, ritengo che essa richieda una profonda riflessione,che porti ad un approccio responsabile basato sul duplice rispetto,al patrimonio e a chi ne fruisce.
Rispettare il patrimonio può comportare anche un ingente impegno economico (basti pensare, da una parte, al recupero di aree fortemente compromesse, di corsi d'acqua deturpati,di montagne irresponsabilmente ferite; dall'altra,alla gestione di beni museali, fondi letterari, opere d'arte in genere).
Rispettare chi ne fruisce significa far crescere una mentalità di accoglienza e servizio in tutti gli operatori turistici e culturali,verificandola con la massima attenzione e intransigenza da parte degli Organi di Controllo, Governo incluso.
Prossimamente, altre considerazioni sulle attività idustriali.
Un caro saluto ai lettori di Dialetticando.
A.R.
Prima di aumentare le tasse...
RispondiEliminaChe dire dei dipendenti pubblici cui cade la penna non appena scocca l'ora X, quella prevista dall'orario di lavoro o che telefonano senza ritegno quando sono in servizio o che rallentano qualsiasi pratica alla ricerca di un possibile tornaconto o semplicemente per sentirsi importanti....? Ovvio che i comportamenti virtuosi nel settore pubblico esistono, per esempio il mio, ma... Non penso di peccare di superbia se dico di sentirmi una mosca bianca, purtroppo un po' scema. Eliminare gli sprechi non significa tagliare le spese di penne o carta, significa guardare il personale, punirlo o gratificarlo quando è il caso. Giorgio, impiegato asl.
Urge legge su consumo del territorio, l'edilixia deve essere solo conservativa o di ristrutturazione. Prima di diismettere o alienare beni pubblici (proprietà indivisa di tutti, ricchi e poveri), colpire evasione, elusione e rendite finanziarie parassitarie e ridurre NON con tagli lineari la spesa pubblica. Per evasione e rendite occorre nuova normativa, per elusione modifiche significative di quella esistente.
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