Intanto
questo succede più di vent’anni fa, nei miei early forties, quando
decido di cominciare a trattarmi meglio, più di quanto abbia fatto
fino ad allora. Volendomi piu’ bene, anzi “facendomi” del bene
invece che niente, o del male. Un lavoro lungo e interessante, su di
me, con me, un percorso durante il quale sto incontrando amici in
sempre maggiore sintonia e sempre più numerosi.
Provo
a spiegare.
Secondo i miei canoni di allora, sto benissimo. Mi sento
“perfetta”, anche se non molto “leggera” (in kg) ma libera,
nonostante i miei ritmi frenetici. Mangio tutto, talvolta in modo
eccessivo, e mi piace tutto, tartare, ostriche carpaccio, parmigiano,
mozzarella, filetto, risotto alla milanese ecc, bevo del vino,
(poco!), qualche whisky, talvolta una vodka (secondo me più
pura!!!!). Solo, ogni tanto, ho dei gran mal di testa. Mai avuta una
malattia grave, o evidente. Per abitudine però prendo svariate
medicine, soprattutto optalidon e aspirine per qualunque problema.
Queste preventive, quelli per i mal di testa, e talvolta esagero.
Nell’89 conosco Michelangelo Chiecchi, reflessologo, 36 anni, di
Monza, diploma Isef e 4 anni di medicina a Pavia, da cui si toglie
per andare a studiare Natural Health in Canada e Stati Uniti. Lui,
che tutti chiamano Doc, mi incuriosisce per le sue teorie salutiste
apparentemente assurde: in effetti, come constato mesi dopo, logiche,
serie e concrete. Dopo un primo trattamento di reflessologia
plantare, il Doc mi comunica che i miei organi sono completamente
privi di energia, sfiniti. So di avere un ritmo di vita troppo
veloce, dirigo due giornali, fumo, bevo caffè e cappuccini e mangio
come tutti. Insomma, come qualunque altra giornalista di moda che ha
giustamente addosso molte responsabilità: ideologiche, estetiche,
finanziarie, economiche e logistiche. In quel periodo non
“fidanzata”. Adoro il mio lavoro, che funziona alla grande,
senza mai fermarmi a riflettere seriamente sulla mia salute
psicofisica. Tutti peraltro mi trovano in forma, abbastanza…
dicono.
A
fine trattamento il Doc mi chiede di eliminare per almeno tre mesi
tutti i cibi contenenti tossine animali, secondo lui altamente
dannose, e quindi verificare cosa mi succede. Scoppiano grandi liti,
perché la mia mente fortemente razionale non accetta che il cibo e
tutto quanto beviamo e fumiamo influisca in maniera diretta e spesso
violenta sul “come stiamo”. A livello di salute ma anche di
umore, sentimenti ed emozioni. Il Doc non propone una cura o una
dieta, ma un vero e proprio Sistema di Salute Naturale che prevede un
totale cambiamento del mio stile di vita di allora. Che tutti
giustamente ritengono fascinoso e pieno di glamour, ma secondo il Doc
pessimo per la mia vita. La sua proposta è radicale, è Vegana, cioè
più che vegetariana: un modo di vivere, di pensare e di scegliere
fuori dal comune. Che comunque dentro di me voglio rendere
altrettanto glamourous e affascinante.
Quando
accetto, tolgo da subito mozzarelle, tartare, gamberoni, caffè e
sigarette, e anche le medicine. All’inizio le reazioni di fisico e
umore sono preoccupanti. Ma ho già fatto qualche soggiorno da Henry
Chenot, grande maestro di Detox con ispirazione orientale, e ho
verificato che quando cominci la fase di disintossicazione, le
tossine che escono dal tuo corpo ti lasciano grande malessere.
Entrambi mi spiegano che è in quel momento, e da allora in poi
sempre, che non devi più toccare medicine tradizionali, altrimenti
ricomincia il percorso maledetto. Dell’ intossicazione, ma anche di
svariate forme di addiction con una pericolosa serie di effetti
secondari.
Nel
tempo vedo su me stessa cambiamenti fisici ed emotivi reali, anche se
occorre molto più di tre mesi. Un anno più tardi sono convinta,
più forte e serena. Mangiare così sta diventando un piacere: la
disciplina spiegata dal Doc non è più un obbligo ma la scelta di un
sistema di vita che condivido. La parte “cibo in casa” è facile:
compro solo quello che mi piace e so che mi fa bene. Ma la parte
“relazioni sociali” diventa difficile. Per chi ti invita, tu, da
allora e per sempre, diventi un diverso, un alieno. Tanti, per
simpatia, ti preparano verdure in quantità doppia rispetto agli
altri ospiti, parecchi, non conoscendo le regole, si sentono comunque
in difficoltà. Alcuni, più aperti o curiosi, chiedono motivazioni e
ricette, altri sono, (e rimangono) testardamente e violentemente
contro. Alla lunga, per loro, ma mai per me, rappresento un problema.
Pazienza.
Informazioni
necessarie: il Vegano è un vegetariano che, oltre alla carne e al
pesce, elimina dalla sua alimentazione tutti i cibi che contengono
proteine “animali”. Compresi burro, latte, uova e formaggi, che
producono noiosissime tossine. Spesso sono a cena da qualcuno che
felicemente mi propone frittata con le verdure, fondue au fromage o
patate al gratin con bèchamel. O allora bresaola, o prosciutto crudo
però magrissimo. O peperonata e parmigiana di melanzane. Tutto
sbagliato. Perché l’alimentazione vegana esclude anche le
“solanacee”, melanzane, peperoni, pomodori, patate e tabacco, che
contengono solanina, un alcaloide tossico per il nostro organismo. E
l’alcol: in tutte le sue forme, in quanto è soltanto dannosissimo
zucchero puro che ci entra in corpo.
Chiaramente
non mi si invita più tanto spesso a cena, perché mi si considera
“la noiosa”, quindi sono io che invito a cena in casa mia.
Cresce comunque la mia voglia di far piacere anche agli altri. Per i
quali apparecchio bellissime tavole, sontuose ed eleganti, e cucino
quasi esclusivamente vegano, tra i complimenti di tutti. E sono
sempre io con qualche deliziosa amica che mangia come me o quasi, a
cercare nuovi posti dove acquistare e mangiare i cibi più vicini al
sistema. Suggerimenti milanesi: le tre sedi del “Centro Botanico”,
la catena di “Natura sì “, e i vari “Mens Sana”. Più tanti
altri locali che stanno nascendo, e che frequento volentieri perchè
faccio sempre più fatica a entrare nei pur modernissimi supermercati
“normali”, dove sento puzza di cadavere (di carni, pesci, salumi,
insaccati…). Oltre a spiacermi per loro, comincia a darmi fastidio
anche l’odore che emana dai “poveracci” che continuano a farsi
del male fumando, bevendo alcool e mangiando animali. Anche se so che
è un loro problema.
A
questo punto uno potrebbe chiedermi: “Ma chi te lo fa fare? E
perché?”
Unica
risposta: perché il tema fondamentale è l’ energia. Ora, che sono
tranquillamente certa della mia ormai antica scelta sto davvero bene,
non prendo influenze, raffreddori né allergie. La qualità della mia
vita è molto migliorata in quanto a salute, a lucidità psicologica
e appunto all’ energia. Spesso le mie giovani assistenti mi
guardano dubbiose quando chiedo di finire un lavoro con me anche
tardi: io allegra e mai stanca, loro con l’aria disfatta…. In più
è vero che non sento né dimostro i miei anni (ormai late sixties),
che considero diversi dai precedenti: più generosi e ricchi di
profondità e conoscenza, e tuttora magici e promettenti. L’etica e
l’estetica rimangono in cima alle mie priorità. Nella mia casa,
nel mio modo di essere, di vestire e di accogliere le persone. E
forse è migliorato anche il mio carattere: decisamente più
tollerante e possibilista. Pur essendo stata sempre positiva e
ottimista, oggi sono ancora più curiosa, e rimango romantica, però
anche coraggiosa, e devota: a me stessa e agli altri. Probabilmente
grazie a questa immensa e solida base ”verde”, che influenza la
mia vita in tutti i sensi.